PHOTO ACTIONS
Foto di azioni
Gli spazi dove si svolgono le azioni sono luoghi reali e hanno una parte importante nel determinare il senso e il tema dell’azione;
li penso come altre forme di vita con cui entrare in contatto anche solo per breve tempo perché chiedono disponibilità verso l’avventura nello spazio e nell’imprevisto di situazioni e luoghi sconosciuti. Dal momento che non vedo nulla di insignificante in sé, quello che può essere insignificante non sono le cose stesse o in se stesse, ma la relazione che intrattengo o no con quelle cose, cosi come le cambio e le dispongo. La scelta del luogo scaturisce nel tentativo di trasformare queste situazioni in uno spazio libero con una sua vita ascendente questa non è più una metafora ne una metafisica ma una via per sperimentare l’andare oltre, un esercizio ascetico per cambiare la vita, perché la si deve cambiare, nel mio caso mediante l’inserimento di oggetti, materiali e testi che formando una composizione ne modifica la sua funzione abituale.
Il concetto nasce di volta in volta insieme a qualcuno o qualcosa.
La fotografia da me realizzata come documento è data come sintesi dell’azione, creando cosi un distacco tra me stesso e l’atto.
Il titolo che la accompagna, staccando la sua relazione con essa, rivela al tempo stesso qualcosa che sta al di là dell’ immagine stessa.
Pier Luigi Meneghello, 2002
Pictures of actions
The spaces where these actions take place are real places and have an important part in defining the meaning and theme of the action;
I think of them as of different forms of life with which we come in contact, since they require that you should be ready for a new adventure in the space, for unforeseen situations and unknown places. Since I can’t see anything insignificant in itself, what can be insignificant are not the things them selves, but the relation I may or may not have with them as I set and arrange them. The choice of a place is therefore connected with the attempt of transforming them into a set, or a space of freedom through the introduction of objects, materials and texts which are given the role of characters of imaginary communities, creating a composition that transforms their usual function. The concept is born each time together with somebody or something; these people who allow me to have access to these places and at time they get me different materials, become accomplices in the realization of the action itself. The photos where I never appear and which I take myself as documents, are given as a synthesis of the action, thus creating a distance between the act and myself. Here, any digital manipulation of the photo is excluded, to underline the situation for what it is. The running title of the picture, is not part of the photo but at the same time reveals the incompleteness of the image, giving it a different meaning.